Legambiente promuove l’installazione di colonnine per la ricarica delle auto elettriche

Anche Genea Consorzio è favorevole all’incentivo dell’installazione di colonnine di ricarica in edifici e locali esistenti con una detrazione del 50% come nel caso delle ristrutturazioni edilizie, come promosso da Legambiente.

Secondo l’associazione ambientalista, l’attuazione di quest’incentivo nella Manovra 2019 premierebbe la mobilità virtuosa e risponderebbe al principio “chi inquina paga” del punto 27 del “Contratto di Governo del cambiamento”.

L’incentivo proposto da Legambiente dovrebbe avere un funzionamento simile a quello previsto per le ristrutturazioni edilizie: i privati che decidono di installare delle colonnine elettriche nei propri condomini o nei locali e nei garage di loro proprietà potranno beneficiare detrazione del 50% delle spese da recuperare in 10 anni.

Colonnine di ricarica ed efficienza energetica: le norme in vigore

La proposta di Legambiente potrebbe tramutarsi in pratica in quanto la direttiva 2018/844/UE sulla prestazione energetica nell’edilizia (che tratta il tema delle colonnine di ricarica per le auto elettriche) prevede che gli Stati membri adottino misure volte a semplificare le procedure amministrative e l’accesso agli incentivi per l’installazione dell’infrastruttura di ricarica.

In base alla nuova norma europea, le colonnine di ricarica dovranno essere installate in tutti gli edifici (sia residenziali sia a destinazione diversa) di nuova costruzione e in quelli sottoposti a ristrutturazioni rilevanti.

L’obbligo non sussiste, però, per gli edifici esistenti e per i permessi di costruire presentati entro il 10 marzo 2021, se si rischia di compromettere la stabilità della rete locale o se il costo delle installazioni di ricarica e di canalizzazione superi il 7 % del costo totale della ristrutturazione importante dell’edificio.

In Italia dal 1° gennaio 2018 il titolo abilitativo per i nuovi edifici è vincolato alla predisposizione di infrastrutture elettriche per la ricarica dei veicoli.

Colonnine per la ricarica elettrica: un mercato in espansione

A That’s Mobility, evento dedicato alla e-mobility, è stato presentato l’E-Mobility Report 2018 in cui si evidenzia come “nell’ultimo anno il settore ha registrato una crescita significativa sia dal punto di vista dei volumi di vendite di auto elettriche sia da quello infrastrutturale”.

Secondo il rapporto, in Italia si possono stimare a fine 2017 circa 2.750 punti di ricarica pubblici a norma (+750 sul 2016), dei quali il 16% (443) high power, distribuiti in circa 1.300 colonnine.

Nonostante la crescita registrata nell’ultimo anno, l’attuale infrastruttura di ricarica non è diffusa in modo omogeneo sul territorio italiano, con un divario evidente fra il Sud e le altre aree del Paese e con differenze notevoli anche fra regione e regione: circa il 10% dei punti di ricarica complessivi sono localizzati per quasi due terzi al Nord (63%), poco più di un quarto al Centro (28%) e meno di un decimo al Sud e Isole (9%). La maggior parte delle installazioni è localizzata nei contesti urbani (50%) e nei punti di interesse (45%), mentre fuori dalle città ce ne sono ancora poche (5%), anche se la minore diffusione è compensata dalla maggiore velocità di ricarica.

Secondo eV-Now!, Ente Privato di Ricerca, Sviluppo e Promozione della Mobilita’ Elettrica, il condominio del futuro è quello che unisce la generazione elettrica all’autoconsumo condominiale, con un allacciamento dedicato alla ricarica dei veicoli elettrici connesso agli impianti rinnovabili installati in condominio (fotovoltaico, eolico, biomassa).

(fonte edilportale.it)

Detrazione 50% e sismabonus, scopri come ottenerlo!

Scopri con Genea cosa prevede il Sismabonus, chi può usufruirne, come e fino a quando accedere alle detrazioni per le spese di ristrutturazione e adeguamento sismico.

L’Agenzia delle Entrate spiega che la Legge di Bilancio 2017, oltre a stabilire una proroga al 31 dicembre 2021 delle detrazioni per i lavori antisismici, ha introdotto specifiche regole per la concessione delle agevolazioni, prevedendo importi più elevati quando la realizzazione degli interventi consegua una riduzione del rischio sismico.

Inoltre, ha fatto rientrare tra le spese detraibili anche quelle effettuate per la classificazione e la verifica sismica degli immobili.

Si può usufruire dell’agevolazione per interventi realizzati su tutti gli immobili di tipo abitativo (non soltanto, come in precedenza, su quelli adibiti ad abitazione principale) e su quelli utilizzati per attività produttive. Si applica non solo agli edifici che si trovano nelle zone sismiche ad alta pericolosità (zone 1 e 2) ma anche a quelli situati nelle zone a minor rischio (zona sismica 3).

La detrazione va calcolata su un ammontare complessivo non superiore a 96.000 euro per unità immobiliare per ciascun anno e deve essere ripartita in 5 quote annuali di pari importo, nell’anno in cui sono state sostenute le spese e in quelli successivi.

La detrazione è più elevata quando la realizzazione degli interventi produce una riduzione del rischio sismico:
– il passaggio a una classe di rischio inferiore porta ad una detrazione del 70% della spesa sostenuta;
– il passaggio a due classi di rischio inferiori porta ad una detrazione dell’80%.

Sismabonus per gli interventi condominiali

Quando gli interventi vengono realizzati sulle parti comuni di edifici condominiali, le detrazioni dall’imposta sono ancora più elevate. In particolare, spettano nelle seguenti misure:
– 75% nel caso di passaggio a una classe di rischio inferiore;
– 85% quando si passa a due classi di rischio inferiori.

Le detrazioni si applicano su un ammontare delle spese non superiore a 96.000 euro moltiplicato per il numero delle unità immobiliari di ciascun edificio.

Dal 1º gennaio 2017, in luogo della detrazione, i beneficiari possono scegliere di cedere il credito spettante ai fornitori che hanno effettuato gli interventi o ad altri soggetti privati. Non è possibile, invece, cederlo a istituti di credito e a intermediari finanziari. Le modalità di cessione dei crediti saranno definite con provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Entrate.

Misure antisismiche: il compito dei professionisti

Il DM 28 febbraio 2017 (modificato dal DM 65/2017) ha stabilito le Linee guida per la classificazione del rischio sismico delle costruzioni e le modalità per l’attestazione, da parte di professionisti abilitati, dell’efficacia degli interventi effettuati.

In particolare, il progettista dell’intervento strutturale deve asseverare (secondo il modello contenuto nell’allegato B del decreto) la classe di rischio dell’edificio prima dei lavori e quella conseguibile dopo l’esecuzione dell’intervento progettato.

Il direttore dei lavori e il collaudatore statico, se nominato per legge, dopo l’ultimazione dei lavori e del collaudo, devono attestare la conformità degli interventi eseguiti al progetto depositato.

Bonus ristrutturazioni: proroga delle agevolazioni

La Guida dell’Agenzia contiene anche le indicazioni circa la detrazione del 50% per le spese di ristrutturazione sostenute (bonifici effettuati) dal 26 giugno 2012 al 31 dicembre 2017, con un limite massimo di 96.000 euro per ciascuna unità immobiliare.

Possono usufruire della detrazione sulle spese di ristrutturazione tutti i contribuenti assoggettati all’imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef), residenti o meno nel territorio dello Stato. L’agevolazione spetta non solo ai proprietari degli immobili ma anche ai titolari di diritti reali/personali di godimento sugli immobili oggetto degli interventi e che ne sostengono le relative spese di ristrutturazione.

Oltre che per gli interventi relativi alla realizzazione di autorimesse e posti auto, possono usufruire della detrazione d’imposta anche gli acquirenti di box o posti auto pertinenziali già realizzati.

Bonus 50% e Sismabonus: pagamenti con bonifici

Per fruire della detrazione è necessario che i pagamenti siano effettuati con bonifico bancario o postale, da cui risultino:
– causale del versamento, con riferimento alla norma (articolo 16-bis del Dpr 917/1986);
– codice fiscale del beneficiario della detrazione;
– codice fiscale o numero di partita Iva del beneficiario del pagamento.

Le spese che non è possibile pagare con bonifico (per esempio, oneri di urbanizzazione, diritti per concessioni, autorizzazioni e denunce di inizio lavori, ritenute fiscali sugli onorari dei professionisti, imposte di bollo) possono essere assolte con altre modalità.

Per gli interventi realizzati sulle parti comuni condominiali, oltre al codice fiscale del condominio è necessario indicare quello dell’amministratore o di altro condomino che effettua il pagamento.
(fonte edilportale.it)